(…) è durante l’ultima parte del processo (del kintsugi ndr) che la gente si rende conto di quello che occorre per curare una ferita.

Riparare la parte che non può essere vista, è incredibilmente importante.
La tua storia è nelle tue mani, loro (le ferite) sono la prova che hai vissuto.
Quindi invece di guardare ad esse in modo negativo, guardale al positivo.

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